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"Oltre l'oblio"

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Oltre
l'oblio

Sinossi

Chi sia stato Giovanni Battista Panizza ben pochi lo sanno. Eppure è stato lui - deputato a Vienna e a Innsbruck, nonché vero “padre” del Movimento cooperativo - a dare un contributo determinante affinché le classi sociali più povere di inizio Novecento potessero guardare al futuro con un po’ più di speranza. Era quello il tempo in cui i contadini si trovavano in balìa della povertà, delle condizioni atmosferiche, degli strozzini, costretti alla fine ad emigrare oltre oceano. Il luogo, invece, era il Sudtirolo di lingua italiana, facente parte fino al 1918 dell’Impero Austro-ungarico. Approfondire la storia del protagonista seguendo le tracce della sua vita, offre in questo libro al lettore la possibilità di conoscere le vicende fino ad ora sconosciute di un uomo importante per la nostra Storia e con lui scoprire com’era il Trentino di oltre 100 anni fa. Un territorio povero, frammentato in centinaia di piccoli paesi, con un’economia rurale di sussistenza e con la presenza anche nel più sperduto villaggio di montagna di un curatore d’anime, figura di riferimento religioso, ma anche culturale e sociale per tutta la comunità. Giovanni Battista Panizza era proprio uno di quei preti usciti di sacrestia che fecero della Cooperazione il motivo della propria vita dedicandola al riscatto delle vite degli ultimi.

Da giornalista e da pronipote di don Giovanni Battista Panizza mi sono sempre chiesto perché lui, presidente della Federazione dei Consorzi cooperativi trentini dal 1898 al 1919, nonché deputato a Vienna e a Innsbruck negli stessi anni, sia stato completamente dimenticato dalla Storia della nostra provincia, il Sud Tirolo Meridionale austriaco divenuto poi Trentino italiano. Proprio lui che aveva proposto e consolidato un modello originale di cooperazione cattolica (alternativo al capitalismo da una parte e al socialismo dall’altra) il quale nel giro di un decennio con 52mila cooperatori e 500 cooperative raggiungerà il record di “territorio più cooperativo” di tutta Europa in rapporto al numero di abitanti. Proprio lui che alla morte prematura di don Guetti (1898) aveva preso in mano le redini del Movimento cooperativo e lo aveva plasmato per i vent’anni successivi secondo il suo credo, diverso da quello del suo predecessore. 

Eppure Guetti è ricordato tutt’oggi come unico “simbolo” della Cooperazione trentina, mentre di Panizza, che costruì e fece crescere il modello cooperativo che è giunto sino ai nostri giorni, non ne parlano neppure gli storici e gli “addetti ai lavori”. 

In effetti il mainstream, il luogo comune che ancora oggi a distanza di un secolo leggiamo negli articoli e nei libri è sempre quello che “don Lorenzo Guetti fu il padre della Cooperazione trentina oltre che un importante uomo politico. Si batté per l’autonomia del Trentino. Eletto nel 1891 quale consigliere regionale alla Dieta del Tirolo, rieletto per ben sette volte, nel 1897 fu pure eletto deputato al Parlamento di Vienna”.

In realtà Guetti fu sì eletto per sette volte a Innsbruck, ma non partecipò mai alle sessioni consiliari per protesta nei confronti del Governo austriaco. Così come i suoi interventi a Vienna furono molto pochi. E se veramente fu Guetti che fondò per primo una piccola realtà cooperativa, purtroppo lui morì prematuramente a soli tre anni dalla nascita della Federazione, mentre chi “costruì” la Cooperazione in Trentino fu in realtà Giovanni Battista Panizza, suo sodale sin dai primi anni. 

Possibile - mi sono sempre domandato - che di Panizza ne sia stato rimosso il ricordo solo per il fatto che durante la Grande Guerra, nel suo ruolo di deputato era sempre rimasto fedele alla Casa d’Asburgo e si era adoperato affinché la sua terra rimanesse austriaca, come lo era stata da secoli, convinto che una certa autonomia era stata raggiunta, ma che altro si poteva ancora fare attraverso la politica di cui lui era un importante esponente?

E ancora una domanda: se era stato il potere politico post bellico, quello dei vincitori e quello del Ventennio fascista a cancellarlo dalla memoria collettiva, non avrebbe dovuto essere ricordato quanto meno dalla Chiesa alla quale era appartenuto per tutta la vita in una posizione di grande rilievo? Invece no, neppure la Chiesa aveva ritenuto di ricordarlo. Perché?

 

Da questo saggio storico, che svela un personaggio e una storia dimenticata, è stato tratto il docufilm “Oltre l’oblio” diretto da Martin Alan Tranquillini.

Maurizio Panizza

Biografia

Giornalista dal 1992, ha collaborato per molti anni con numerosi quotidiani mentre in seguito è stato direttore di alcune testate. Avvicinatosi alla storia trentina, negli ultimi tempi si è specializzato nell’indagare fatti e personaggi del passato riportando alla luce vicende sconosciute poi riproposte in Rai (fra cui 13 puntate in Radio Rai nel 2020 e altrettante nel 2021) e anche in teatro nel ruolo di regista.

Alcuni titoli di queste inchieste: "Chiarina che morì due volte" (la storia di un femminicidio del 1929), "Il sogno di Isidoro" (il naufragio del transatlantico "Principessa Mafalda del 1927), "Il caso Grossrubatcher" (la cronaca fatta da Cesare Battisti nel 1900 dell'esecuzione di un doppio omicida), "L'oro di Mori" (un medico di Mori che nel 1944 salvò una famiglia ebrea), "La solidarietà tradita" (l'aiuto del Trentino ai terremotati di Calabria del 1905), "Lo strano caso di Evelyn von Pless" (il misterioso caso di una principessa polacca incarcerata a Trento nel 1948 e condannata ingiustamente).

Molti i teatri in cui sono state rappresentate, fra i quali il MART e la Filarmonica di Rovereto, il MUSE di Trento e l'Euregio di Bolzano.

Parte di quelle indagini sono ora disponibili anche in podcast su diverse piattaforme sia regionali che nazionali, (es.  https://www.radiodolomiti.com/il-suono-delle-pagine-3/)

 

Recentemente si è dedicato pure alla documentaristica storica producendo due inchieste sulla Seconda Guerra Mondiale, “Come uccelli d’argento” e “Occhi di guerra”, in collaborazione con il regista Federico Maraner. Dal suo ultimo libro "Oltre l'oblio" è stato tratto nel 2023 il film omonimo per la regia di Martin Alan Tranquillini. 

Nel 2024 è stato insignito del premio “Totem per il giornalismo d’inchiesta".

E' attualmente Vice Presidente dell'Ordine dei Giornalisti del Trentino Alto Adige- Südtirol. 

 

Pubblicazioni: “Eroe plebeo”, Edizioni Stella, Rovereto, 2003; “Missione compiuta”, Edizioni Osiride, Rovereto, 2009; “Antiche strade”, Edizioni Osiride, Rovereto, 2011, “Diario familiare”, Curcu Genovese, 2019, “Trentino da raccontare”, Curcu Genovese, 2020, "Alla ricerca del sole", Curcu Genovese/Athesia, 2021; "E se la ruina fosse quella di Calliano?" su "I Quaderni della ricerca", Loescher Editore, 2022; "96 anni di storia. La mia", Curcu Genovese/Athesia, 2022; "Oltre l'oblio", Curcu Genovese/Athesia, 2023.

 

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